Dentro la Fondazione Albini: eredità, metodo e visione del design italiano
La Fondazione Franco Albini sta vivendo un piccolo esodo fisico che non corrisponde ad alcuna rinuncia di senso. Lo storico studio di Via Telesio, che è stato laboratorio, archivio e luogo di memoria progettuale, si trasferisce in una nuova sede pensata per conservare e raccontare in maniera più accessibile l’eredità dell’architetto; ma il cuore della fondazione rimane lo stesso: tracciare, ordinare e restituire filologicamente il percorso progettuale di uno dei più rilevanti rappresentati della cultura architettonica del secolo scorso.
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In mostra restano i materiali che parlano: disegni, fotografie, modelli, appunti risalenti a decenni di pratiche progettuali. È una raccolta che non vuole solo preservare ma offrire strumenti per leggere il progetto nella sua materialità (con sezioni, scelte costruttive, dettagli di arredo) e lo fa con la cura dell’archivista e la curiosità dello storico. La nuova sede è quindi anche un’occasione per rimettere in gioco il metodo Albini, esponendolo in modo coerente con il suo rigore.
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Il racconto filologico di Albini non può prescindere dalla sua collaborazione con grafici e designer: il progetto della prima linea metropolitana milanese (la “rossa”) è emblematico di questa integrazione. Lavorando insieme a Franca Helg e Bob Noorda e agli altri membri del team, Albini applicò principi di chiarezza, funzionalità e coerenza fra architettura, arredo e segnaletica; un paradigma che col tempo è diventato caso di studio internazionale.
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Quel modello milanese non rimase confinato alla città: la coesione tra architettura e grafica diede a Noorda una visibilità internazionale che lo portò ad occuparsi di sistemi di segnaletica anche fuori dall’Italia. Diverse ricostruzioni storiche indicano che il progetto milanese contribuì a consolidare la sua reputazione e a rendere il suo approccio riconoscibile e richiesto in contesti come le metropolitane di New York e San Paolo. In altre parole: la grafica «milanese» divenne un modello di riferimento per progetti di wayfinding urbano in altre metropoli.
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C’è una linea sottile ma chiarissima che attraversa il lavoro di Franco Albini, capace di collegare infrastrutture pubbliche e oggetti domestici con la stessa intensità progettuale. Il corrimano della linea rossa della metropolitana di Milano e la poltrona Tre Pezzi condividono una medesima cifra stilistica: un disegno essenziale, rigoroso, privo di ogni concessione decorativa, in cui la forma nasce esclusivamente dall’uso e dalla necessità. La vocazione di Fondazione Albini è proprio quella di riuscire a trasferirci queste particolarità, non erigendo un monumento, ma mantenendo vivo un metodo, un lessico progettuale che ha ancora tanto da insegnare alla contemporaneità.
Photo Credits: Fondazione Albini, in copertina Poltrona Tre Pezzi Cassina
